domenica 7 febbraio 2021

latino - proposizione interrogativa

 latino - proposizione interrogativa 


in latino come in italiano l'interrogazione può essere diretta o indiretta essa è indiretta quando si riferisce l'interrogazione con le parole stesse di chi l'ha rivolta :


quis venit ? 

ch è venuto?

quid legis ? 

cosa leggi ?

quando venies ?

quando verrai ?

come si vede anche in latino come in italiano il verbo è all'indicativo 

E' invece indiretta quando l'interrogazione è riferita da un soggetto diverso da quello che l'ha rivolta 

ex te quaero quis venerit 

ti chiedo chi è venuto 

ex te quaero quid legas 

ti chiedo cosa leggi 

L'interrogativa indiretta è sempre introdotta da un pronome un aggettivo o un avverbio interrogativi i quali servono a mettere in evidenza la funzione della proposizione che introducono  :

uter venit ?

che dei due venne?

cur non venis 

perchè non vieni ?

quem librum legis ?

Qualora nell'enunciato interrogativo manchi un pronome un aggettivo o un avverbio  di natura interrogativa i Latini specificavano la natura interrogativa della frase mediante appositi funzionali, particelle aneti capacità di indicare la funzione della frase da esse introdotta. 

I funzionali interrogativi sono 

-ne esprime una fuzione puramente interrogariva quella cioè  di richiedere  informazioni  si qualcosa che si ignora :

Estne dome frater tuus ? 

E' in casa tuo fratello ?

Fraterne est dome 

E'il fratello che è in casa ?

Ex te quaerto sitne domi frater tuus 

ti chiedo se è in casa tuo fratello 

num introduce una domanda retorica una domanda cioè alla quale il sogetto stesso che la pone anticipa un'implicita risposta negativa. In italiano puòrendersi con forse che?

Num immortale s sumus 

Forse che siamo immortali ?

Nonne introduce una domanda retorice nella uqel è impolicita una risposta di senso affermativo. Si rende in italiano con forse che non ?  non e forse vero che ? 

Nonne omnes mortale s sumus  

Non siamo forse tutti immortali ?

lunedì 25 gennaio 2021

latino - esercizi verbi indicativo presente con soluzioni

 latino - esercizi verbi indicativo presente con soluzioni

latino

analizzare e tradurre 

còlimur = ....................................................................................................

colitur =......................................................................................................

custodior =.................................................................................................

vocàntur =................................................................................................

còlimini =.................................................................................................

rapìmini =..................................................................................................

vocàris = ....................................................................................................

ràpior = ..................................................................................................

colunt =................................................................................................

colit=....................................................................................................

tenètis =.............................................................................................

tenèmus =.........................................................................................

voco =...........................................................................................

custòdis =........................................................................................

còlimus = ........................................................................................

tenetur =..............................................................................................

rapit =..............................................................................................





soluzioni 


còlimur ( III coniugazione indic. pres. passivo I p. plur. siamo coltivati)

còlitur (III coniugazione indic. pres. attivo  III p. sing è coltivato )

custòdior (III coniugazione indi pres. passivo  I p. sing  sono custodito)

vocàntur (I coniugazione indic. pres. passivo  III plur. sono chiamati)

colìmini  (III coniugazione indi pres passivo II p. plur. siete coltivati)

rapìmini (III coniugazione indic. pres passivo II p. plur siete rapiti) 

vocàris (I coniugaione indic. pres. passivo II p. sing sei chiamato) 

ràpior ( III coniugazione indic. pres. I p.sing.  passivo sono rapito) 

colunt (III coniugazione indic. pres. III pers plur.attivo  coltivano )

colit (III coniugazione indic. pres. III p. sing. attivo coltiva) 

tenètis (II coniugazione indic. pres. II p. plur attivo tenete) 

colùntur (II coniugazione indic. pres. passivo II p. plur. sono coltivai) 

tenèmus (II coniugazione indic. pres attivo  I p. plur teniamo )

voco (I coniugazione indic. pres attivo I p. sing: chiamo) 

custòdis ( IV coniugazione Indic. pres. attivo II p. sing custodisci)

còlimus (III coniugazione indic.pres. attivo I p. plur coltiviamo )

tenetur( II  coniugazione indic. pres. passivo III p. sing è tenuto )

rapit (III coniugazione indic. pres.III pers sing rapisce )






lunedì 18 gennaio 2021

latino - facinus facinoris

 latino - facinus facinorum 

latino


da facere deriva il sostantivo facinus, facinoris, n. il quale indica in generale "ciò che è fatto " "l'azione" indifferente buona o malvagia (si tratta quindi di una vox media)

vin tu facinus luculentum inspicere ? 

vuoi vedere un'impresa luminosa ?

per traslato  facinus può indicare anche :

a) la persona che compie un delitto : 

senile illud facinus

quel vecchio delinquente

b) lo strumento con cui si compie un delitto 

facinusque excussit ex ore 

allontanò  con violenza dalla bocca la tazza mortale

martedì 22 dicembre 2020

latino - infinito futuro

latino - infinito futuro 


il participio futuro in unione con l'infinito presente di sum costituisce una perifrasi che ha valore di infinito futuro. Tale infinito no è mai usato con valore assoluto, cioè  in proposizioni sovraordinate, ma sempre con valore relativo, cioè in proposizioni subordinate: al voce participiale è in accusativo, concordato con il soggetto (esso pure in accusativo per la particolare natura dei costrutti  infiniti ):

amaturum am um / amaturos as a esse

moniturum am um / monituros as a esse 

lecturum am um / lecturos as a esse 

auditurum am um / capturos as a esse

capturum am um / capturos as a esse 

PROPOSIZIONE INFINITIVA 

Si chiamano infinitive le proposizioni  subordinate il cui verbo sia all'infinito; si tratta di un costrutto frequentissimo in latino. Esse possono aver funzione, rispetto alla sovraordinata di 

a) SOGGETTIVE (costituiscono cioè il soggetto dell'enunciato della sovraordinata ): 

te legere librum pulchrum est

è bello che tu legga il libro

b) OGGETTIVE ( costituiscono l'oggetto dell'enunciato della sovraordinata, rappresentato per lo più da un verbo che significa dire, credere, affermare e simili) 

dico te legere librum

dico che tu leggi il libro 

IN particolare si osserva che :

1) nell'infinitiva il soggetto, in accusativo è sempre espresso anche quando si tratta di pronome personale(me te nos vos ) giacchè la desinenza del verbo non permette di intuirne la persona come succede per il predicato in un modo finito.

Quando si tratti di soggetto di 3° persona il latino usa eum (egli ), eam (ella), eos (essi), eas (esse),id (ciò), ea (quelle cose) oppure se( in funzione riflessiva ):


dico me legere 

dico che leggo 

dico te legere 

dico che leggi 

2) in italiano l'infinitiva si può rendere con una frase esplicita introdotta da he 

dico me legere librum 

dico che leggo il libro

3) I tempi dell'infinito hanno valore relativo rispetto all'azione della sovraordinata e cioè : 

l'infinito presente indica contemporaneità e si rende in italiano con un presente (se nella sovraordinata c'è un presente) con un imperfetto(se nella sovraordinata c'è un passato )

dico te legere librum 

dico che leggi il libro 


dicebam te legere librum 

dicevo che leggevi il libro 

l'infinito perfetto indica anteriorità e si rende in italiano con un passato prossimo o remoto ( se nella sovraordinata c'è un presente) o con un trapassato ( in corrispondenza di un tempo passato nella sovraordinata) :

dico te legisse librum 

dico che hai letto il libro 

dcebam te legisse il librum

dicevo che avevi letto il libro

l'infinito futuro indica posteriorità e si rende in italiano con un futuro o con un condizionale passato, in corrispondenza rispettivamente di un presente o di un passato nella sovraordinata 

dico vos lecrturos esse librum

dico che leggeretoe il libro 

dicebam vos lecturos esse librum 

dicevo che avreste letto il libro 


Ogni tempo dell'infinito latino quindi nella traduzione in italiano implica che si scelga tra una coppia di tempi disponibili : criterio discriminante nella sovraordinata.

L'infinito futuro del verbo sum è foturum am um / futuros as a esse oppure l'invariabile fore 

Essendo il soggetto dell'inifinitiva in accusativo è ovvio che nello stesso caso si trovino eventuali attributi apposizioni o nomi del predicato

Dico Hannibalem, strnum ducem clarissimum fuisse 

diceh che Annibale valoroso condottiero fu assai famoso 

mercoledì 2 dicembre 2020

latino - scheda lessicale aequor

 latino - scheda lessicale aequor


aequor oris  = piano, superficie piana  e liscia, pianura, distesa pianeggiante 

summo gelidi cubat aequore saxi 

riposa sulla superficie gelita della pietra tombale 

camporum patentium aequora 

regione distesa e aperta 

vastum maris aequor 

l'ampia distesa del mare 

metaforicamente aequor vale anche per mare 

saeva aequora 

il mare furioso 

dall'eccezione metaforica deriva l'aggettivo poetico 

aequoreus a um = marino, pertinente al mare 

aequoreus rex = nettuno 

aequor ha in comune la radice con 

aequus a um = uguale, piano, orizzontale ; giusto, opportuno, sereno 

In aequum locum se demisit 

scese in pianura 

Aequo animo res adversas ferre 

tollerare le avversità con animo sereno 

aequo as avi atum are = rendere uguale, uguagliare

domenica 22 novembre 2020

differenza tra radice e desinenza - latino

differenza tra radice e desinenza - latino 

osserviamo  la seguente serie di parole 

timere 
timor 
timidus 

siamo di fronte rispettivamente ad un verbo  ad un sostantivo  e ad un aggettivo  che si riferiscono  tutti all'idea di aver timore 
tale idea è contenuta essenzialmente nel nesso  tim - che è  comune a tutti i termini  dei quali diciamo che è la radice 

per radice intendiamo l'elemento irriducibile comune a tutte le parole  di una stessa famiglia una specie per intenderci di minimo comune denominatore  cioè portatore di significato 

desinenza è la forma variabile in cui il nome esce  
la desinenza serve ad indicare la funzione del nome nell'enunciato  cioè il caso 
analoga funzione ha la desinenza rispetto al verbo del quale  indica come in italiano  persona numero  tempo e modo 

la flessione  cioè mutamento  della funzione mediante  il succedersi delle varie desinenze  si chiama declinazione  se si tratta di un nome  e coniugazione se si tratta di un verbo 

la desinenza tuttavia non si giustappone quasi mai in modo diretto e meccanico alla radice pura e semplice bensì alla radice con suffissi  cioè suoni  o gruppi  di suoni portatori di particolari significati 
nel caso del verbo  per esempio sono proprio questi suffissi  che aiutano  a individuare il tempo e il modo dell'azione 
si chiama tema o radicale  tale unione di radice e suffisso  

dalla radice tim- per esempio  deriva il tema verbale che è time il tema nominale che è timor  il tema aggettivale che è  tim-id-o/a

il tema dunque  è un ampliamento  mediante  suffisso della radice per rendere possibile  ogni successiva mutazione flessionale 
nella concreta e viva  realtà della parola non sempre è possibile  una netta distinzione fra tema e desinenza i quali spesso si fondono  saldamente insieme trasformandosi 
per semplicità tale fusione fra tema e desinenza può essere detta terminazione o uscita

a seconda dei temi dei vari nomi la declinazione latina si divide in 5 grandi gruppi tematici abitualmente definiti declinazioni 

1° declinazione a
2° declinazione o 
3° declinazione i e consonanti 
4° declinazione u
5à declinazione e 

l'appartenenza in un nome all'una o all'altra declinazione è segnata dalle terminazioni del genitivo singolare indicate sul vocabolario 

1° declinazione      2° declinazione    3° declinazione   4° declinazione    5° declinazione
    -ae                            i                                is                    us                                  erum

come si procede ad identificare il tema di un nome ? 
conosciuta la sua declinazione mediante la terminazione del genitivo singolare  non sarà difficile  stabilire la terminazione del genitivo plurale  

1° declinazione    2° declinazione   3° declinazione   4° declinazione     5° declinazione 

     arum                    orum                  um /ium                   uum                          erum

alla terminazione del genitivo plurale si toglieranno le desinense vere e proprie  che sono  rum/um la parte superstite  sarà il tema


                                        nom.          gen. sing.        gen plur                  tema

1à decl.                           aqua              acquae          aquarum                 aqua -
2° decl.                            lucus             luci               lucorum                  luco-
3° decl.                          rex                  regis             regum                     reg-
4° decl.                           fructus           fructus          fructuum                fructu-
5° decl.                             res                rei                 rerum                     re-

giovedì 5 novembre 2020

latino - costruzione personale dei verbi narrandi

 latino - costruzione personale dei verbi narrandi 


I verbi che indicano "narrare", "raccontare", "dire", "riferire, "tramandare, ecc. (narro, dico, fero, trado, perhibeo e così via) presentano in latino una tipica costruzione personale; il verbo è alla forma passiva (soggetto la persona di cui si narra) seguito dall'infinito ( infinito con il nominativo). L'italiano preferisce invece una costruzione impersonale :

Caesar venturus esse dicitur

si dice che Cesare stia per arrivare 

litterae a Phoenicibus repertae dictuntur 

si dice che le lettere dell'alfabeto siano state inventate dai Fenici

Le espressioni che più di frequente si incontrano sono perhibeor "si dice che io"; audior "si sente dire che io " ; existimor, putor, habeor, credor, iudicor, "si ritiene che io "ecc.

Tali verbi presentano una costruzione affine a quella italiana cioè la 3° persona singolare seguita dall'infinito con l'accusativo (cosiddetta costruzione impersonale) in realtà il soggetto è costituito dalla preposizione infinitiva): 

a) nelle forme perifrastiche (tempi del perfetto e perifrastica passiva):

(Haec) Isocratem dixisse traditum est

E' stato tramandato che Isocrate abbia detto tali cose 

Negandum est esse deos

si deve negare che esistano gli dei 

b)  quando sono accompagnati da verbi servili 

dici potest magistratum legem esse loquentem

Si può affermare che il magistrato è la legge che parla 

c) nelle proposizioni incidentali :

socii ut traditur auzilio venire nolebant 

Gli alleati come si tramanda non volevano venire in aiuto 

Non mancano tuttavia incertezze ed oscillazioni: può trovarsi un uso impersonale al presente come pure uno personale al perfetto nello stesso Cicerone 

Verri dicitur habere eum perbona toreumata 

Vien riferito a Verre che quello possiede vasi cesellati di ottima fattura