la lingua latina soprattutto in testi poetici presenta non rari casi di termini composti i quali offrono la possibilità di esprimere con forza sintetica un massimo significato con un minimo di strumenti linguistici per lo più si tratta di fusione fra radici verbali e radici nominali che vengono saldate in modo da formare una nuova ed organica unità linguistica la quale sostantivo o aggettivo che sia si declina secondo norme della declinazione cui appartiene
modernamente è invalso però l'uso di scrivere graficamente uniti anche taluni nessi che propriamente parlando composti non sono
sostantivo + aggettivo
respublica lo stato da res publica
rosmarinus rosmarino da ros marinus
sostantivo + sostantivo
agricultura coltivazione del terreno da agri cultura
acqaeductus conduttura dell'acqua da acquae ductus
nel primo caso compaiono declinati in entrambi i loro componenti nel secondo mantengono invariato il genitivo del primo componente e sono declinati mediante il secondo
nom rosmarinus acquaeductus
gen rorismarini acquaeductus
dat rorimarino acquaeductui
acc roremmarinum acquaeductum
voc rosmarine acquaeductus
abl roremarino acquaeductu
Visualizzazione post con etichetta IL NOME. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta IL NOME. Mostra tutti i post
lunedì 14 settembre 2015
giovedì 6 agosto 2015
LATINO - RADICE TEMA E DESINENZA
osserviamo la seguente serie di parole
timere
timor
timidus
siamo di fronte rispettivamente ad un verbo ad un sostantivo e ad un aggettivo che si riferiscono tutti all'idea di aver timore
tale idea è contenuta essenzialmente nel nesso tim - che è comune a tutti i termini dei quali diciamo che è la radice
per radice intendiamo l'elemento irriducibile comune a tutte le parole di una stessa famiglia una specie per intenderci di minimo comune denominatore cioè portatore di significato
desinenza è la forma variabile in cui il nome esce
la desinenza serve ad indicare la funzione del nome nell'enunciato cioè il caso
analoga funzione ha la desinenza rispetto al verbo del quale indica come in italiano persona numero tempo e modo
la flessione cioè mutamento della funzione mediante il succedersi delle varie desinenze si chiama declinazione se si tratta di un nome e coniugazione se si tratta di un verbo
la desinenza tuttavia non si giustappone quasi mai in modo diretto e meccanico alla radice pura e semplice bensì alla radice con suffissi cioè suoni o gruppi di suoni portatori di particolari significati
nel caso del verbo per esempio sono proprio questi suffissi che aiutano a individuare il tempo e il modo dell'azione
si chiama tema o radicale tale unione di radice e suffisso
dalla radice tim- per esempio deriva il tema verbale che è time il tema nominale che è timor il tema aggettivale che è tim-id-o/a
il tema dunque è un ampliamento mediante suffisso della radice per rendere possibile ogni successiva mutazione flessionale
nella concreta e viva realtà della parola non sempre è possibile una netta distinzione fra tema e desinenza i quali spesso si fondono saldamente insieme trasformandosi
per semplicità tale fusione fra tema e desinenza può essere detta terminazione o uscita
a seconda dei temi dei vari nomi la declinazione latina si divide in 5 grandi gruppi tematici abitualmente definiti declinazioni
1° declinazione a
2° declinazione o
3° declinazione i e consonanti
4° declinazione u
5à declinazione e
l'appartenenza in un nome all'una o all'altra declinazione è segnata dalle terminazioni del genitivo singolare indicate sul vocabolario
1° declinazione 2° declinazione 3° declinazione 4° declinazione 5° declinazione
-ae i is us erum
come si procede ad identificare il tema di un nome ?
conosciuta la sua declinazione mediante la terminazione del genitivo singolare non sarà difficile stabilire la terminazione del genitivo plurale
1° declinazione 2° declinazione 3° declinazione 4° declinazione 5° declinazione
arum orum um /ium uum erum
alla terminazione del genitivo plurale si toglieranno le desinense vere e proprie che sono rum/um la parte superstite sarà il tema
nom. gen. sing. gen plur tema
1à decl. aqua acquae aquarum aqua -
2° decl. lucus luci lucorum luco-
3° decl. rex regis regum reg-
4° decl. fructus fructus fructuum fructu-
5° decl. res rei rerum re-
timere
timor
timidus
siamo di fronte rispettivamente ad un verbo ad un sostantivo e ad un aggettivo che si riferiscono tutti all'idea di aver timore
tale idea è contenuta essenzialmente nel nesso tim - che è comune a tutti i termini dei quali diciamo che è la radice
per radice intendiamo l'elemento irriducibile comune a tutte le parole di una stessa famiglia una specie per intenderci di minimo comune denominatore cioè portatore di significato
desinenza è la forma variabile in cui il nome esce
la desinenza serve ad indicare la funzione del nome nell'enunciato cioè il caso
analoga funzione ha la desinenza rispetto al verbo del quale indica come in italiano persona numero tempo e modo
la flessione cioè mutamento della funzione mediante il succedersi delle varie desinenze si chiama declinazione se si tratta di un nome e coniugazione se si tratta di un verbo
la desinenza tuttavia non si giustappone quasi mai in modo diretto e meccanico alla radice pura e semplice bensì alla radice con suffissi cioè suoni o gruppi di suoni portatori di particolari significati
nel caso del verbo per esempio sono proprio questi suffissi che aiutano a individuare il tempo e il modo dell'azione
si chiama tema o radicale tale unione di radice e suffisso
dalla radice tim- per esempio deriva il tema verbale che è time il tema nominale che è timor il tema aggettivale che è tim-id-o/a
il tema dunque è un ampliamento mediante suffisso della radice per rendere possibile ogni successiva mutazione flessionale
nella concreta e viva realtà della parola non sempre è possibile una netta distinzione fra tema e desinenza i quali spesso si fondono saldamente insieme trasformandosi
per semplicità tale fusione fra tema e desinenza può essere detta terminazione o uscita
a seconda dei temi dei vari nomi la declinazione latina si divide in 5 grandi gruppi tematici abitualmente definiti declinazioni
1° declinazione a
2° declinazione o
3° declinazione i e consonanti
4° declinazione u
5à declinazione e
l'appartenenza in un nome all'una o all'altra declinazione è segnata dalle terminazioni del genitivo singolare indicate sul vocabolario
1° declinazione 2° declinazione 3° declinazione 4° declinazione 5° declinazione
-ae i is us erum
come si procede ad identificare il tema di un nome ?
conosciuta la sua declinazione mediante la terminazione del genitivo singolare non sarà difficile stabilire la terminazione del genitivo plurale
1° declinazione 2° declinazione 3° declinazione 4° declinazione 5° declinazione
arum orum um /ium uum erum
alla terminazione del genitivo plurale si toglieranno le desinense vere e proprie che sono rum/um la parte superstite sarà il tema
nom. gen. sing. gen plur tema
1à decl. aqua acquae aquarum aqua -
2° decl. lucus luci lucorum luco-
3° decl. rex regis regum reg-
4° decl. fructus fructus fructuum fructu-
5° decl. res rei rerum re-
mercoledì 5 agosto 2015
latino - IL GENERE, IL NUMERO E I CASO
Il numero
il latino riconosce solamente due numeri il singolare e il plurale i quali hanno lo stesso valore che in italiano
il genere
i generi del nome latino sono tre
maschile (per persone e animali di sesso maschile)
femminile (per persone e animali di sesso femminile oppure che in qualche modo richiamino l'idea della femminilità : i nomi di piante per esempio sono femminili)
e neutro (per gli oggetti inanimati )
Tale distinzione è tuttavia teorica e astratta non sempre al genere naturale corrisponde il genere grammaticale che serve solo per esprimere il rapporto tra sostantivo e aggettivo ad esso riferito molto spesso il genere del sostantivo è puramente convenzionale
il caso
NOMINATIVO è il caso del soggetto e delle sue attribuzioni (attributo apposizione complemento predicativo del soggetto)
GENITIVO è il caso del complemento di specificazione appartenenza ecc.)
DATIVO è il caso del complemento di termino della destinazione dell'oggetto indiretto
ACCUSATIVO è i caso del complemento oggetto diretto
VOCATIVO è i caso del complemento di vocazione con il quale ci si rivolge ad un diretto interlocutore
ABLATIVO è il caso della maggior parte dei complementi circostanziali (origine luogo compagnia mezzo luogo tempo ecc:) che precisano le circostanze accessorie in cui chi parla o scrive vede inserita l'azione del predicato
nell'ablativo sono fusi due antichi casi indoeuropei
il locativo (che indicata stato in luogo)
e lo strumentale ( che indicata il mezzo)
il caso locativo è sopravvissuto per alcuni sostantivi (casa patria terra nomi di località) i quali essendo usati assai spesso per indicare il luogo relativo all'azione hanno continuato spontaneamente a mantenere la loro desinenza locativa
il latino riconosce solamente due numeri il singolare e il plurale i quali hanno lo stesso valore che in italiano
il genere
i generi del nome latino sono tre
maschile (per persone e animali di sesso maschile)
femminile (per persone e animali di sesso femminile oppure che in qualche modo richiamino l'idea della femminilità : i nomi di piante per esempio sono femminili)
e neutro (per gli oggetti inanimati )
Tale distinzione è tuttavia teorica e astratta non sempre al genere naturale corrisponde il genere grammaticale che serve solo per esprimere il rapporto tra sostantivo e aggettivo ad esso riferito molto spesso il genere del sostantivo è puramente convenzionale
il caso
NOMINATIVO è il caso del soggetto e delle sue attribuzioni (attributo apposizione complemento predicativo del soggetto)
GENITIVO è il caso del complemento di specificazione appartenenza ecc.)
DATIVO è il caso del complemento di termino della destinazione dell'oggetto indiretto
ACCUSATIVO è i caso del complemento oggetto diretto
VOCATIVO è i caso del complemento di vocazione con il quale ci si rivolge ad un diretto interlocutore
ABLATIVO è il caso della maggior parte dei complementi circostanziali (origine luogo compagnia mezzo luogo tempo ecc:) che precisano le circostanze accessorie in cui chi parla o scrive vede inserita l'azione del predicato
nell'ablativo sono fusi due antichi casi indoeuropei
il locativo (che indicata stato in luogo)
e lo strumentale ( che indicata il mezzo)
il caso locativo è sopravvissuto per alcuni sostantivi (casa patria terra nomi di località) i quali essendo usati assai spesso per indicare il luogo relativo all'azione hanno continuato spontaneamente a mantenere la loro desinenza locativa
martedì 28 luglio 2015
LATINO - LA DECLINAZIONE
Nella frase italiana la funzione logica di ogni elemento è segnalata dalla posizione che la parola occupa nella frase oppure dall'articolo o dalle preposizioni
si osservi la frase :
Paolo colpisce Pietro
si presume che in essa Paolo compie l'azione (soggetto ) e Pietro la subisce (oggetto) se invertissimo l'ordine delle parole e dicessimo
Pietro colpisce Paolo
il significato della frase risulterebbe capovolto e capovolta sarebbe la funzione logica dei due nomi propri Pietro diventa soggetto e Paolo complemento oggetto
nella frase
il cucciolo appartiene ad Antonio
la funzione del complemento di termine è indicata dalla preposizione semplice ad se spostassimo i nomi
ad Antonio apparitene il cucciolo
il significato e la funzione dei componenti non cambiano
se invece lasciassimo i nomi al loro posto ed invertissimo la posizione dell'articolo e della preposizione in modo da avere
al cucciolo appartiene Antonio
avremmo un discorso privo di senso o quasi
in latino mancano gli articoli le preposizioni esistono ma hanno un valore meno fondamentale che in italiano i infine la posizione del nome nella frase in linea di massima non ha immediata funzione modificativa
il latino infatti la funzione logica dei vari elementi costitutivi della frase è segnalata da un sistema di desinenze ogni sostantivo ogni aggettivo o pronome ha diverse desinenze a seconda del numero e del genere ma anche della funzione logica che esercita
un sostantivo ha una desinenza se è soggetto un'altra se complemento oggetto un altra se complemento di termine
la frase Paolo colpisce Pietro
in latino sarebbe stata
Paulus verberat Petrum
ed il suo significato non sarebbe cambiato se si fosse invertito l'ordine delle parole
Petrum verberat Paulus
analogamente
in latino sarebbe stato
il cucciolo appartiene ad Antonio
Cautulus est Antonio
oppure
Antonio est catulus
infatti in latino non è importante l'ordine (anche se non è proprio indifferente) delle parole ma le desinenze che hanno
CASO chiamiamo caso la funzione logica di un nome espressa mediante desinenza
DECLINAZIONE l'insieme dei mutamenti desinenziali necessari per determinare il numero il genere ed il caso del nome
la declinazione ha due numeri tre generi e sei casi
si osservi la frase :
Paolo colpisce Pietro
si presume che in essa Paolo compie l'azione (soggetto ) e Pietro la subisce (oggetto) se invertissimo l'ordine delle parole e dicessimo
Pietro colpisce Paolo
il significato della frase risulterebbe capovolto e capovolta sarebbe la funzione logica dei due nomi propri Pietro diventa soggetto e Paolo complemento oggetto
nella frase
il cucciolo appartiene ad Antonio
la funzione del complemento di termine è indicata dalla preposizione semplice ad se spostassimo i nomi
ad Antonio apparitene il cucciolo
il significato e la funzione dei componenti non cambiano
se invece lasciassimo i nomi al loro posto ed invertissimo la posizione dell'articolo e della preposizione in modo da avere
al cucciolo appartiene Antonio
avremmo un discorso privo di senso o quasi
in latino mancano gli articoli le preposizioni esistono ma hanno un valore meno fondamentale che in italiano i infine la posizione del nome nella frase in linea di massima non ha immediata funzione modificativa
il latino infatti la funzione logica dei vari elementi costitutivi della frase è segnalata da un sistema di desinenze ogni sostantivo ogni aggettivo o pronome ha diverse desinenze a seconda del numero e del genere ma anche della funzione logica che esercita
un sostantivo ha una desinenza se è soggetto un'altra se complemento oggetto un altra se complemento di termine
la frase Paolo colpisce Pietro
in latino sarebbe stata
Paulus verberat Petrum
ed il suo significato non sarebbe cambiato se si fosse invertito l'ordine delle parole
Petrum verberat Paulus
analogamente
in latino sarebbe stato
il cucciolo appartiene ad Antonio
Cautulus est Antonio
oppure
Antonio est catulus
infatti in latino non è importante l'ordine (anche se non è proprio indifferente) delle parole ma le desinenze che hanno
CASO chiamiamo caso la funzione logica di un nome espressa mediante desinenza
DECLINAZIONE l'insieme dei mutamenti desinenziali necessari per determinare il numero il genere ed il caso del nome
la declinazione ha due numeri tre generi e sei casi
Iscriviti a:
Post (Atom)