Nella frase italiana la funzione logica di ogni elemento è segnalata dalla posizione che la parola occupa nella frase oppure dall'articolo o dalle preposizioni
si osservi la frase :
Paolo colpisce Pietro
si presume che in essa Paolo compie l'azione (soggetto ) e Pietro la subisce (oggetto) se invertissimo l'ordine delle parole e dicessimo
Pietro colpisce Paolo
il significato della frase risulterebbe capovolto e capovolta sarebbe la funzione logica dei due nomi propri Pietro diventa soggetto e Paolo complemento oggetto
nella frase
il cucciolo appartiene ad Antonio
la funzione del complemento di termine è indicata dalla preposizione semplice ad se spostassimo i nomi
ad Antonio apparitene il cucciolo
il significato e la funzione dei componenti non cambiano
se invece lasciassimo i nomi al loro posto ed invertissimo la posizione dell'articolo e della preposizione in modo da avere
al cucciolo appartiene Antonio
avremmo un discorso privo di senso o quasi
in latino mancano gli articoli le preposizioni esistono ma hanno un valore meno fondamentale che in italiano i infine la posizione del nome nella frase in linea di massima non ha immediata funzione modificativa
il latino infatti la funzione logica dei vari elementi costitutivi della frase è segnalata da un sistema di desinenze ogni sostantivo ogni aggettivo o pronome ha diverse desinenze a seconda del numero e del genere ma anche della funzione logica che esercita
un sostantivo ha una desinenza se è soggetto un'altra se complemento oggetto un altra se complemento di termine
la frase Paolo colpisce Pietro
in latino sarebbe stata
Paulus verberat Petrum
ed il suo significato non sarebbe cambiato se si fosse invertito l'ordine delle parole
Petrum verberat Paulus
analogamente
in latino sarebbe stato
il cucciolo appartiene ad Antonio
Cautulus est Antonio
oppure
Antonio est catulus
infatti in latino non è importante l'ordine (anche se non è proprio indifferente) delle parole ma le desinenze che hanno
CASO chiamiamo caso la funzione logica di un nome espressa mediante desinenza
DECLINAZIONE l'insieme dei mutamenti desinenziali necessari per determinare il numero il genere ed il caso del nome
la declinazione ha due numeri tre generi e sei casi
martedì 28 luglio 2015
giovedì 9 luglio 2015
latino - le semivocali
cosi si definiscono i e u quando fungono da consonanti ciò avviene
1) quando sono poste all'inizio di parola e sono seguite da un'altra vocale
iulius - iustus - iugum
2) all'interno di parola in posizione intervocalica
maior peior
tra la u vocale e la u semivocale esisteva una leggera differenza che è all'incirca la stessa che sentiamo noi italiani tra la u di uno e la u di uovo oppure uomo
1) quando sono poste all'inizio di parola e sono seguite da un'altra vocale
iulius - iustus - iugum
2) all'interno di parola in posizione intervocalica
maior peior
tra la u vocale e la u semivocale esisteva una leggera differenza che è all'incirca la stessa che sentiamo noi italiani tra la u di uno e la u di uovo oppure uomo
lunedì 6 luglio 2015
latino - i dittonghi
quando due vocali sono unite e vengono pronunciate con una sola emissione di voce si ha il dittongo
(suono doppio)
i dittonghi più frequenti in latino sono
au pronuncia au
ae pronuncia e
oe pronunci e
eu pronuncia eu
si incontrano pure ma sono meno frequenti
ei pronuncia ei
ui pronuncia ui
yi pronuncia ui
non sempre tali accostamenti di vocali costituiscono un dittongo in tali casi si scrive sopra le lettere una dieresi (separazione
(suono doppio)
i dittonghi più frequenti in latino sono
au pronuncia au
ae pronuncia e
oe pronunci e
eu pronuncia eu
si incontrano pure ma sono meno frequenti
ei pronuncia ei
ui pronuncia ui
yi pronuncia ui
non sempre tali accostamenti di vocali costituiscono un dittongo in tali casi si scrive sopra le lettere una dieresi (separazione
sabato 4 luglio 2015
latino le vocali brevi e lunghe
le vocali latine potevano essere brevi o lunghe le brevi hanno una durata o quantità che è circa la metà di quelle lunghe di tale quantità l'italiano ha pressoché perso coscienza ed è impossibile tenerne conto nella pronuncia
Un'idea approssimativa della differenza tra vocali lunghe o brevi la possiamo avere dal confronto delle parole panni e pani oppure fatto e fato
in la distinzione è importante e tante volte ha valore di opposizione semantica serve cioè a distinguere la differenza tra parole uguali
Un'idea approssimativa della differenza tra vocali lunghe o brevi la possiamo avere dal confronto delle parole panni e pani oppure fatto e fato
in la distinzione è importante e tante volte ha valore di opposizione semantica serve cioè a distinguere la differenza tra parole uguali
latino - vocali
si chiamano vocali quei fonemi che si articolano direttamente attraverso il canale orale aperto in latino sono 6
a e i o u y
e prime cinque si pronunciano come le loro corrispondenti in italiano la y è una lettera introdotta nell'alfabeto latino solo dopo il II secolo a.C. per rendere il suono u francese e si trova solo nelle parole greche lyra gyrus crypta ecc........
a e i o u y
e prime cinque si pronunciano come le loro corrispondenti in italiano la y è una lettera introdotta nell'alfabeto latino solo dopo il II secolo a.C. per rendere il suono u francese e si trova solo nelle parole greche lyra gyrus crypta ecc........
venerdì 3 luglio 2015
fonetica latina -la pronuncia
Non è esistita naturalmente una sola pronuncia del latino ma ne esistettero molte e diverse a seconda delle classi sociali dei luoghi e dei tempi
la pronuncia di un romano della classe dominante era assai diversa da quella di un plebeo della Subbura
La pronuncia del cento urbano era diversa da quella delle campagne e delle zone più periferiche
d'altro canto un romano colto dell'età di Cesare pronunciava in modo assai diverso da un romano colto dell'età per esempio di Diocleziano
A parte le varie storpiature nazionali due pronunce si contendono ora il campo quella classica scientificamente ricostruito e quella della tradizione ecclesiastica che più o meno coincide con quella italiana erede della pronuncia adottata dai ceti colti di secoli IV e V d.C.
sempre più numerosi sono oggi i sostenitori del ritorno alla pronuncia classica quella che adottata dal ceto colto della citta di Roma definitivamente nel corso del II secolo a.C. continuò quasi immutata all'incirca per un paio di secoli
E' questa la pronuncia più vicina anche se non completamente coincidente a quella che fu propria degli scrittori da Terenzio a Cesare da Cicerone a Tacito
Tale pronuncia si può difendere per queste ragioni
ragioni scientifiche essa è la meno lontana da quella storica dei secoli di maggiore splendore di Roma e permette anche di comprendere molti fenomeni delle trasformazioni linguistiche
ragioni estetiche la poesia latina più nota perde molti suoi effetti anche vistosi se non è letta con i suoni con cui era sentita dai suoi autori e dai suoi ascoltatori
ragione didattiche in fondo è semplice insegnare ai giovani a leggere come è scritto
ragioni di opportunità tale pronuncia si va affermando su scala europea
non mancano tuttavia autorevoli pareri in favore della pronuncia ecclesiastica che è la sola storicamente attestata giunta a noi attraverso una tradizione secolare con caratteristiche tali da aiutarci a comprendere non pochi fenomeni della fonetica italiana
lasciamo agli insegnanti la libertà di scegliere
la pronuncia di un romano della classe dominante era assai diversa da quella di un plebeo della Subbura
La pronuncia del cento urbano era diversa da quella delle campagne e delle zone più periferiche
d'altro canto un romano colto dell'età di Cesare pronunciava in modo assai diverso da un romano colto dell'età per esempio di Diocleziano
A parte le varie storpiature nazionali due pronunce si contendono ora il campo quella classica scientificamente ricostruito e quella della tradizione ecclesiastica che più o meno coincide con quella italiana erede della pronuncia adottata dai ceti colti di secoli IV e V d.C.
sempre più numerosi sono oggi i sostenitori del ritorno alla pronuncia classica quella che adottata dal ceto colto della citta di Roma definitivamente nel corso del II secolo a.C. continuò quasi immutata all'incirca per un paio di secoli
E' questa la pronuncia più vicina anche se non completamente coincidente a quella che fu propria degli scrittori da Terenzio a Cesare da Cicerone a Tacito
Tale pronuncia si può difendere per queste ragioni
ragioni scientifiche essa è la meno lontana da quella storica dei secoli di maggiore splendore di Roma e permette anche di comprendere molti fenomeni delle trasformazioni linguistiche
ragioni estetiche la poesia latina più nota perde molti suoi effetti anche vistosi se non è letta con i suoni con cui era sentita dai suoi autori e dai suoi ascoltatori
ragione didattiche in fondo è semplice insegnare ai giovani a leggere come è scritto
ragioni di opportunità tale pronuncia si va affermando su scala europea
non mancano tuttavia autorevoli pareri in favore della pronuncia ecclesiastica che è la sola storicamente attestata giunta a noi attraverso una tradizione secolare con caratteristiche tali da aiutarci a comprendere non pochi fenomeni della fonetica italiana
lasciamo agli insegnanti la libertà di scegliere
giovedì 2 luglio 2015
fonetica latina - l'alfabeto
Nella storia dell'alfabeto di un popolo vive e parla la storia della sua stessa civiltà
la civiltà latina fu il risultato di intelligenti adattamenti fusioni dei valori e delle conquiste intellettuali più significative delle varie culture mediterranee sapientemente adattate alle esigenze ed alle caratteristiche della res pubblica romana tale civiltà costituì poi il presupposto su cui è nata con le sue luci le sue ombre l'attuale civiltà occidentale
questa grandiosa vicenda secolare appare simbolicamente rappresentata nella storia dell'alfabeto latino
I primi inventori dell'alfabeto furono come è noto i popoli semiti
Sul modello semita durante il secolo X a.C. fu costruito ed adattato fu costruito ed adattato l'alfabeto greco il quale ebbe successivamente una sua varia ed articolata evoluzione in Grecia grazie al prestigio di Atene si impose l'alfabeto ionico che è quello che ancora oggi studiamo e che fu codificato in Atene nel 403 a.C. sotto l'arconte Euclide
Nelle numerose colonie greche l'alfabeto ebbe caratteristiche e trasformazioni diverse rispetto a quello in uso nella madrepatria
l'alfabeto latino deriva appunto da uno di questi alfabeti e precisamente da quello usato nella colonia calcidica di Cuma Tale alfabeto non fu riconosciuto direttamente dai Latini ma indirettamente tramite cioè mediazione etrusca che lasciò in esso tracce ben evidenti
Vediamo ora insieme per opportuni confronti l'alfabeto ionico e quello latino
la civiltà latina fu il risultato di intelligenti adattamenti fusioni dei valori e delle conquiste intellettuali più significative delle varie culture mediterranee sapientemente adattate alle esigenze ed alle caratteristiche della res pubblica romana tale civiltà costituì poi il presupposto su cui è nata con le sue luci le sue ombre l'attuale civiltà occidentale
questa grandiosa vicenda secolare appare simbolicamente rappresentata nella storia dell'alfabeto latino
I primi inventori dell'alfabeto furono come è noto i popoli semiti
Sul modello semita durante il secolo X a.C. fu costruito ed adattato fu costruito ed adattato l'alfabeto greco il quale ebbe successivamente una sua varia ed articolata evoluzione in Grecia grazie al prestigio di Atene si impose l'alfabeto ionico che è quello che ancora oggi studiamo e che fu codificato in Atene nel 403 a.C. sotto l'arconte Euclide
Nelle numerose colonie greche l'alfabeto ebbe caratteristiche e trasformazioni diverse rispetto a quello in uso nella madrepatria
l'alfabeto latino deriva appunto da uno di questi alfabeti e precisamente da quello usato nella colonia calcidica di Cuma Tale alfabeto non fu riconosciuto direttamente dai Latini ma indirettamente tramite cioè mediazione etrusca che lasciò in esso tracce ben evidenti
Vediamo ora insieme per opportuni confronti l'alfabeto ionico e quello latino
Iscriviti a:
Commenti (Atom)

