latino - struttura della voce verbale
PERSONA E NUMERO
Il verbo latino presenta tre persone 1° 2° 3° e due numeri singolare e plurale
singolare 1° persona ego laudo io lodo
2° persone tu laudas tu lodi
3° persone is laudat egli loda
plurale 1° persona nos laudamus noi lodiamo
2° persona vos lauldatis voi lodate
3° persona ii laudant essi lodano
salvo casi particolari ogni voce verbale è formata da tre elementi
a) tema verbale (portatore del significato)
b) suffisso temporale ( legato al tema indica il tempo e a volte anche il modo
c) desinenza ( indica la diatesi - attiva passiva oppure media - nonché la persona e il numero).
per es. laudabatis (lodavate) appare così scomponibile
lauda tema verbale
ba suffisso imperfetto indicativo
tis desinenza
TEMA VERBALE
E' rappresentato dalla parte del verbo che permane costantemente in tutta la flessione pur con qualche modificazione fonetica, da esso mediante aggiunta dei suffissi si formano i vari temi temporale dai quali derivano i tempi. Il tema verbale termina quasi sempre con una vocale che lo collega al suffisso o in assenza di suffisso alla desinenza tale vocale per la sua funzione è detta vocale tematica.
I verbi che presentano la vocale tematica si chiamano appunto tematici, sono invece atematici i verbi in cui la vocale tematica è assente e la desinenza si unisce direttamente al tema ( lauda-re mone-re
audi-re sono tematici fer-re es-se sono atematici)
La vocale tematica si riconosce togliendo la desinenza re dal verbo all'infinito
La vocale tematica consente di suddividere l'insieme dei verbi tematici latini in 5 raggruppamenti fondamentali
i verbi con tema in ā laudare
i verbi con tema in ē monere
i verbi con tema in ĕ legere
i verbi con tema in ī audire
i verbi con tema in Ĭ capere ( da capire)
mercoledì 27 dicembre 2017
mercoledì 22 novembre 2017
latino - tempi del congiuntivo
latino - tempi del congiuntivo
Il congiuntivo latino presenta quattro tempi come quello italiano due dal tema del presente (presente imperfetto ) e due dal tema del perfetto ( perfetto piuccheperfetto). Tali tempi nelle proposizioni sovraordinate hanno all'incirca lo stesso valore dei tempi italiani (al perfetto e piuccheperfetto corrispondono rispettivamente il congiuntivo passato e trapassato). Nelle proposizioni subordinate invece i tempi del congiuntivo acquistano un valore relativo il presente e l'imperfetto indicano contemporaneità rispetto al verbo della sovraordinata mentre il perfetto e piuccheperfetto indicano anteriorità. La posteriorità rimane molto spesso rimane implicita nel presente-imperfetto. Qualora sia proprio necessario esprimerla il latino si serve di una perifrastica attiva (part. futuro del verbo con il presente/ imperfetto di esse).
presente laudem che io lodi
lauder che io sia lodato
tema del presente imperfetto laudarem che io lodassi
laudarer che io fossi lodato
congiuntivo perfetto laudaverim che io abbia lodato
laudatus sim che io sia stato lodato
--------------------------------------------------------------------------------------
tema del perfetto piuccheperfetto ludavissen che io avessi lodato
laudatus essem che io fossi stato lodato
Il congiuntivo latino presenta quattro tempi come quello italiano due dal tema del presente (presente imperfetto ) e due dal tema del perfetto ( perfetto piuccheperfetto). Tali tempi nelle proposizioni sovraordinate hanno all'incirca lo stesso valore dei tempi italiani (al perfetto e piuccheperfetto corrispondono rispettivamente il congiuntivo passato e trapassato). Nelle proposizioni subordinate invece i tempi del congiuntivo acquistano un valore relativo il presente e l'imperfetto indicano contemporaneità rispetto al verbo della sovraordinata mentre il perfetto e piuccheperfetto indicano anteriorità. La posteriorità rimane molto spesso rimane implicita nel presente-imperfetto. Qualora sia proprio necessario esprimerla il latino si serve di una perifrastica attiva (part. futuro del verbo con il presente/ imperfetto di esse).
presente laudem che io lodi
lauder che io sia lodato
tema del presente imperfetto laudarem che io lodassi
laudarer che io fossi lodato
congiuntivo perfetto laudaverim che io abbia lodato
laudatus sim che io sia stato lodato
--------------------------------------------------------------------------------------
tema del perfetto piuccheperfetto ludavissen che io avessi lodato
laudatus essem che io fossi stato lodato
lunedì 13 novembre 2017
latino - tempi dell'indicativo
latino - tempi dell'indicativo
L'indicativo latino ha sei tempi (contro gli otto di quello italiano)
tre sono propri dell'infectum e tre del perfectum che hanno spesso ricordiamolo temi diversi
La differenza aspettuale fra tema edell'infectumi e tema del perfectum è scomparsa abbastanza in fretta; l'infectum è stato sentito come presente il perfectum come passato (ogni processo verbale che abbia finito di compiersi è logicamente passato).
I presente passato e futuro dell'infectum sono diventati rispettivamente presente imperfetto e futuro semplice dell'indicativo ; i tempi che costituivano il presente passato e futuro del perfectum sono diventati perfetto (azione compiuta nel passato ) il piuccheperfetto (azione compiuta nel passato anteriormente ad un altra essa pure passata) e il futuro anteriore o esatto ( azione compiuta vista nel futuro come anteriore ad altra pure futura.
presente laudo = io lodo
laudor = io sono lodato
tema del presente
(infectum) imperfetto laudabam = io lodavo
laudabar = io ero lodato
futuro laudabo = io loderò
laudabor = io sarò lodato
indicativo
--------------------------------------------------------
perfetto laudavi io lodai io ho lodato io
ebbi lodato
laudatus sum io fui lodato io sono
stato lodato
tema del perfetto piuccheperfetto laudaveram io avevo lodato
(perfectum) laudatus eram io ero stato lodato
futuro anteriore laudavero io avrò lodato
laudatus ero io sarò stato lodato
Il passato prossimo e il trapassato remoto italiano non hanno corrispondenti in latino : come il condizionale sono forme che si sono create durante l'evoluzione linguistica dall'età antica a quella medievale sviluppando perifrasi proprie della lingua parlata.
L'indicativo latino ha sei tempi (contro gli otto di quello italiano)
tre sono propri dell'infectum e tre del perfectum che hanno spesso ricordiamolo temi diversi
La differenza aspettuale fra tema edell'infectumi e tema del perfectum è scomparsa abbastanza in fretta; l'infectum è stato sentito come presente il perfectum come passato (ogni processo verbale che abbia finito di compiersi è logicamente passato).
I presente passato e futuro dell'infectum sono diventati rispettivamente presente imperfetto e futuro semplice dell'indicativo ; i tempi che costituivano il presente passato e futuro del perfectum sono diventati perfetto (azione compiuta nel passato ) il piuccheperfetto (azione compiuta nel passato anteriormente ad un altra essa pure passata) e il futuro anteriore o esatto ( azione compiuta vista nel futuro come anteriore ad altra pure futura.
presente laudo = io lodo
laudor = io sono lodato
tema del presente
(infectum) imperfetto laudabam = io lodavo
laudabar = io ero lodato
futuro laudabo = io loderò
laudabor = io sarò lodato
indicativo
--------------------------------------------------------
perfetto laudavi io lodai io ho lodato io
ebbi lodato
laudatus sum io fui lodato io sono
stato lodato
tema del perfetto piuccheperfetto laudaveram io avevo lodato
(perfectum) laudatus eram io ero stato lodato
futuro anteriore laudavero io avrò lodato
laudatus ero io sarò stato lodato
Il passato prossimo e il trapassato remoto italiano non hanno corrispondenti in latino : come il condizionale sono forme che si sono create durante l'evoluzione linguistica dall'età antica a quella medievale sviluppando perifrasi proprie della lingua parlata.
mercoledì 8 novembre 2017
latino - i modi del verbo
latino - i modi del verbo
MODI FINITI
INDICATIVO
E' il modo dell'obbiettività della costatazione che un fatto è o non è che una condizione o un modo di essere esiste oppure non esiste
legis = tu leggi
legeris = tu vieni a letto
laudamos = noi lodiamo
CONGIUNTIVO
E' il modo della soggettività presenta un processo verbale come desiderato ipotizzato condizionato eventuale
legas = che tu legga tu leggeresti tu potresti leggere
laudemus = che noi lodiamo noi loderemo noi potremmo lodare
legaris = che noi siamo lodati noi potremmo essere lodati
IMPERATIVO
Esprime un ordine un comando di compiere l'azione è per il verbo ciò che il vocativo è per il nome tanto è vero che è rappresentato nella 2° persona singola dal puro tema verbale (per i verbi di forma attiva)
ama = ama
audi = ascolta
Visto che l'imperativo esprime il comando di compiere l'azione è evidente che non sarà usato nella forma passiva.
Lo è invece in quella media da hortor = hortare esorta; hortamini esortate
CONDIZIONALE
Al latino era ignoto questo modo verbale. L'azione condizionata dal versificarsi di una certa ipotesi era espressa con i 4 tempi del congiuntivo distinguendo non solo il tempo di essa ma anche la possibilità o impossibilità che essa si verificasse o si fosse verificata.
Si dicas hoc erres se tu dici ciò sbaglieresti ( e non so se lo dirai )
si diceres hoc, errares se tu dicessi ciò sbaglieresti ( ma so che non lo dirai )
MODI INFINITI
Si tratta a rigore di parti nominali de verbo
sostantivi verbali infinito
gerundio
supino
aggettivi verbali participio
gerundivo
Si chiamano parti nominali del verbo perché vengono usati in funzione mista di nomi e di verbo.
E' un sostantivo verbale di genere neutro usato in funzione dei nome e di verbo come nome indica il processo verbale in sé l'azione astrattamente intesa
legere dulce est il leggere è cosa dolce
Come verbo esprime l'azione in alcune proposizioni subordinate in tal caso i suoi tre tempi presente perfetto e futuro indicano la contemporaneità l'anteriorità e la posteriorità della subordinata rispetto alla sovraordinata.
Poiché i tempi dell'infinito non hanno un corrispondente italiano unico ma devono tradursi a seconda del contesto
scio te legere/te legi so che leggi / sei letto
scibam te legere / te legi sapevo che leggevi / che venivi letto
Per lo stesso principio l'infinito perfetto indicante anteriorità si rende in italiano con un passasto o con un trapassato
scio te legisse /te lectum ess so che ha letto / che sei stato letto
sciebam te legisse / te lectum sapevo che avevi letto / che eri stato letto
L'infinito futuro infine indicante la posteriorità diviene in italiano un futuro semplice o un condizionale passato
scio te lecturum esse / te lectum iri so che leggerai / che sarai letto
sciebam te lecturum ess / te lectum iri sapevo che avresti letto / che saresti stato letto
GERUNDIO
Rappresenta la declinazione dell'infinito in funzione nominale e come tale ricorrente non solo in funzione di soggetto/oggetto ma anche di complemento indiretto
cupiditas legendi desiderio di leggere
dat utilis legendo utile a leggere
acc aptus ad legendum adatto a leggere
abl in legendo nel leggere
nei casi diretti si usa l'infinito (è inteso infatti come sost. neutro )
legere pulchrum est leggere è bello
cupio legere desidero leggere
SUPINO
E' un sostantivo verbale che si è irrigidito in due soli casi acc. in um e dat in u entrambi con valore finale rispettivamente attivo e passivo
venio visum vengo a vedere (supino attivo )
dulce visu dolce a vedersi (supino passivo )
PARTICIPIO
Aggettivo che esprime un processo verbale anteriore (part. perfetto) contemporaneo (part. presente) o posteriore ( part futuro) a quello della sovraordinata. Essendo aggettivo è sempre concordato in genere numero e caso con il suo soggetto ( che a sua volta può essere soggetto o complemento della sovraordinata)
laudo pueros legentes lodo i fanciulli che leggono
laudavi pueros legentes lodai i fanciuli che leggevano
laudo puero lecuros lodo i fanciulli che leggeranno
laudavi pueros lecturos lodai i fanciulli che avrebbero letto
laudo poemata lecta lodo le poesie che sono state lette
laudavi poemata lecta lodai le poesie che erano state lette
Dagli esempi presentati appare chiaro che il participio presente e quello futuro hanno diatesi attiva mentre quello perfetto ha diatesi passiva ( a meno che non si tratti di verbi medi il cui participio perfetto ha ovviamente significato attivo)
PERIFRASTICA ATTIVA
Il participio futuro compare spesso in perifrasi costituita da una voce del verbo esse "essere" tale costrutto esprime in genere futuro imminente l'intenzione la disposizione d'animo a compiere una certa azione.
In italiano si rende con varie perifrasi il tempo delle quali si desume dal tempo de verbo esse
lecturus sum sto per leggere
lecturi eramus stavamo per leggere
GERUNDIVO
E' un aggettivo verbale esprimente concetto di necessità
libri legendi libri da leggersi
PERIFRASTICA PASSIVA
Il gerundivo unito con il verbo esse costituisce una perifrasi che esprime necessità il bisogno il dovre che il soggetto subisca una certa azione la perifrasi può essere resa in italiano in vari modi.
Il tempo del processo verbale si desume da quello del verbo esse
veritas amanda est la verità è da amarsi
trattandosi di un processo passivo può nascere la necessità di esprimere anche l'agente in tal caso il latino si serve del dativo d'agente
nobis veritas amanda est la verità è da amarsi da noi
La perifrastica passiva si trova anche con verbi intransitivi in tal caso non essendoci un soggetto che debba subire l'azione la costruzione sarà impersonale e quindi neutro singolare
currendum est si deve correre
l'agente se c'è è sempre al dativo
nobis currendum era noi dovevamo correre
Qualora il verbo richieda il suo compl al dativo la perifrastica passiva richiede l'agente con a/ab e l'ablativo per evitare equivoci
a me invidendum est tibi io devo invidiarti
tibi è complemento di invideo invidio
Molto spesso il gerundivo viene usato senza riferimento all'idea della necessità ma semplicemente in sostituzione del gerundio ciò avviene quando il gerundivo sia seguito da un suo compl oggetto
cupiditas legendi libros desiderio di leggere i libri
In tal caso l'oggetto viene attirato nel caso del gerundio ma il gerundio diviene gerundivo cioè da sostantivo diviene aggettivo per potersi accordare con il compl oggetto da esso dipendente in italiano si traduce sempre usando l'infinito
in legibus scribendis nello scrivere le leggi
MODI FINITI
INDICATIVO
E' il modo dell'obbiettività della costatazione che un fatto è o non è che una condizione o un modo di essere esiste oppure non esiste
legis = tu leggi
legeris = tu vieni a letto
laudamos = noi lodiamo
CONGIUNTIVO
E' il modo della soggettività presenta un processo verbale come desiderato ipotizzato condizionato eventuale
legas = che tu legga tu leggeresti tu potresti leggere
laudemus = che noi lodiamo noi loderemo noi potremmo lodare
legaris = che noi siamo lodati noi potremmo essere lodati
IMPERATIVO
Esprime un ordine un comando di compiere l'azione è per il verbo ciò che il vocativo è per il nome tanto è vero che è rappresentato nella 2° persona singola dal puro tema verbale (per i verbi di forma attiva)
ama = ama
audi = ascolta
Visto che l'imperativo esprime il comando di compiere l'azione è evidente che non sarà usato nella forma passiva.
Lo è invece in quella media da hortor = hortare esorta; hortamini esortate
CONDIZIONALE
Al latino era ignoto questo modo verbale. L'azione condizionata dal versificarsi di una certa ipotesi era espressa con i 4 tempi del congiuntivo distinguendo non solo il tempo di essa ma anche la possibilità o impossibilità che essa si verificasse o si fosse verificata.
Si dicas hoc erres se tu dici ciò sbaglieresti ( e non so se lo dirai )
si diceres hoc, errares se tu dicessi ciò sbaglieresti ( ma so che non lo dirai )
MODI INFINITI
Si tratta a rigore di parti nominali de verbo
sostantivi verbali infinito
gerundio
supino
aggettivi verbali participio
gerundivo
Si chiamano parti nominali del verbo perché vengono usati in funzione mista di nomi e di verbo.
E' un sostantivo verbale di genere neutro usato in funzione dei nome e di verbo come nome indica il processo verbale in sé l'azione astrattamente intesa
legere dulce est il leggere è cosa dolce
Come verbo esprime l'azione in alcune proposizioni subordinate in tal caso i suoi tre tempi presente perfetto e futuro indicano la contemporaneità l'anteriorità e la posteriorità della subordinata rispetto alla sovraordinata.
Poiché i tempi dell'infinito non hanno un corrispondente italiano unico ma devono tradursi a seconda del contesto
scio te legere/te legi so che leggi / sei letto
scibam te legere / te legi sapevo che leggevi / che venivi letto
Per lo stesso principio l'infinito perfetto indicante anteriorità si rende in italiano con un passasto o con un trapassato
scio te legisse /te lectum ess so che ha letto / che sei stato letto
sciebam te legisse / te lectum sapevo che avevi letto / che eri stato letto
L'infinito futuro infine indicante la posteriorità diviene in italiano un futuro semplice o un condizionale passato
scio te lecturum esse / te lectum iri so che leggerai / che sarai letto
sciebam te lecturum ess / te lectum iri sapevo che avresti letto / che saresti stato letto
GERUNDIO
Rappresenta la declinazione dell'infinito in funzione nominale e come tale ricorrente non solo in funzione di soggetto/oggetto ma anche di complemento indiretto
cupiditas legendi desiderio di leggere
dat utilis legendo utile a leggere
acc aptus ad legendum adatto a leggere
abl in legendo nel leggere
nei casi diretti si usa l'infinito (è inteso infatti come sost. neutro )
legere pulchrum est leggere è bello
cupio legere desidero leggere
SUPINO
E' un sostantivo verbale che si è irrigidito in due soli casi acc. in um e dat in u entrambi con valore finale rispettivamente attivo e passivo
venio visum vengo a vedere (supino attivo )
dulce visu dolce a vedersi (supino passivo )
PARTICIPIO
Aggettivo che esprime un processo verbale anteriore (part. perfetto) contemporaneo (part. presente) o posteriore ( part futuro) a quello della sovraordinata. Essendo aggettivo è sempre concordato in genere numero e caso con il suo soggetto ( che a sua volta può essere soggetto o complemento della sovraordinata)
laudo pueros legentes lodo i fanciulli che leggono
laudavi pueros legentes lodai i fanciuli che leggevano
laudo puero lecuros lodo i fanciulli che leggeranno
laudavi pueros lecturos lodai i fanciulli che avrebbero letto
laudo poemata lecta lodo le poesie che sono state lette
laudavi poemata lecta lodai le poesie che erano state lette
Dagli esempi presentati appare chiaro che il participio presente e quello futuro hanno diatesi attiva mentre quello perfetto ha diatesi passiva ( a meno che non si tratti di verbi medi il cui participio perfetto ha ovviamente significato attivo)
PERIFRASTICA ATTIVA
Il participio futuro compare spesso in perifrasi costituita da una voce del verbo esse "essere" tale costrutto esprime in genere futuro imminente l'intenzione la disposizione d'animo a compiere una certa azione.
In italiano si rende con varie perifrasi il tempo delle quali si desume dal tempo de verbo esse
lecturus sum sto per leggere
lecturi eramus stavamo per leggere
GERUNDIVO
E' un aggettivo verbale esprimente concetto di necessità
libri legendi libri da leggersi
PERIFRASTICA PASSIVA
Il gerundivo unito con il verbo esse costituisce una perifrasi che esprime necessità il bisogno il dovre che il soggetto subisca una certa azione la perifrasi può essere resa in italiano in vari modi.
Il tempo del processo verbale si desume da quello del verbo esse
veritas amanda est la verità è da amarsi
trattandosi di un processo passivo può nascere la necessità di esprimere anche l'agente in tal caso il latino si serve del dativo d'agente
nobis veritas amanda est la verità è da amarsi da noi
La perifrastica passiva si trova anche con verbi intransitivi in tal caso non essendoci un soggetto che debba subire l'azione la costruzione sarà impersonale e quindi neutro singolare
currendum est si deve correre
l'agente se c'è è sempre al dativo
nobis currendum era noi dovevamo correre
Qualora il verbo richieda il suo compl al dativo la perifrastica passiva richiede l'agente con a/ab e l'ablativo per evitare equivoci
a me invidendum est tibi io devo invidiarti
tibi è complemento di invideo invidio
Molto spesso il gerundivo viene usato senza riferimento all'idea della necessità ma semplicemente in sostituzione del gerundio ciò avviene quando il gerundivo sia seguito da un suo compl oggetto
cupiditas legendi libros desiderio di leggere i libri
In tal caso l'oggetto viene attirato nel caso del gerundio ma il gerundio diviene gerundivo cioè da sostantivo diviene aggettivo per potersi accordare con il compl oggetto da esso dipendente in italiano si traduce sempre usando l'infinito
in legibus scribendis nello scrivere le leggi
martedì 7 novembre 2017
latino - il verbo
latino - il verbo
La coniugazione del verbo latino è il risultato di una complessa vicenda storica che ha come punto di partenza al solito il remoto sistema indoeuropeo da quello il verbo latino si è non poco distaccato assai di più per esempio del verbo greco.
Di questa complessa evoluzione tuttavia renderemo conto solo qua e là a proposito dei fenomeni più significativi
L'ASPETTO VERBALE
Noi siamo abituati a collocare ogni avvenimento in una successione cronologica che rispetto al momento in cui si parla si segmenta in tre parti : passato, presente, futuro. Non sempre avveniva per l'uomo primitivo il quale aveva intuizione assai vaga e imprecisa per esempio del futuro: non per nulla il futuro latino non deriva direttamente dall'indoeuropeo ma da antichi congiuntivi ( dicam = io dirò - che io dica) o da perifrasi (ama-bo).
L'uomo primitivo aveva del tempo un'intuizione non astratta ma concreta ne coglieva la durata, la caratteristica di flusso continuo entro cui egli stesso si sentiva immerso. Un'azione pertanto non veniva sentita come posta in un prima o in un dopo ma come caratterizzata rispetto alla sua durata.
Aspetto del verbo è appunto la definizione del processo verbale (o azione) rispetto alla durata.
Rispetto alla durata un processo verbale può essere compiuto o incompiuto.
E' incompiuto (infectum) quando si mostra un'azione in via di svolgimento (vivit = sta vivendo ) è è compiuto (perfectum) quando si mostra l'azione come giunta al suo compimento (vixit = ha fatto l'azione di vivere, ha finito di vivere e quindi è morto si ricordi il famoso avvio manzoniano
Ei fu).
COME E' NATA LA CONIUGAZIONE
In origine di due aspetti di uno stesso processo verbale erano indicati da due diversi temi il tema dell'infectum (presente) e quello del perfectum (passato ) : un esempio significativo ci viene offerto dal verbo esse "essere" che ne presente ha il tema (e) s - ed al perfetto il tema fu-.
Ciascuno di questi temi disponeva almeno dell'indicativo in tre tempi indicanti ciscuno la contemporaneità, l'anteriorità e la posteriorità.
Con il passare del secoli il verbo latino a differenza di quello greco ha perso l'opposizione aspettuale dei due temi: il tema dell'infectum ha mantenuto il suo valore, mentre quello del perfectum ha perso ogni connotazione aspettuale e ne ha assunta una cronologica indicando così il passato, sia in senso assoluto ( in frase cioè subordinata rispetto al verbo della sovraordinata.
I due temi prima indipendenti l'uno dall'altro hanno così subito una graduale fusione (coniugatio ) da cui è nata la coniugazione verbale quale compare in età storica.
Nel verbo latino storicamente attestato si distinguono :
la funzione
diàtesi o forma
modo
tempo
persona
numero
FUNZIONE
Può essere transitiva o intransitiva come in italiano.
Anche in latino il verbo può avere funzione ora transitiva ora intransitiva, con differenza, naturalmente, di significato, che può emergere solo da un'attenta considerazione del testo e da una scrupolosa consultazione del vocabolario.
DIA'TESI O FORMA
Può esser attiva passiva o media (o deponente).
La diàtesi attiva e passiva corrispondono sostanzialmente all'italiano : in quella attiva il soggetto agisce in quella passiva il soggetto subisce il processo verbale
laudo = io lodo laudor = io vengo lodato
La diàtesi passiva è espressa in latino mediante un sistema di desinenza oppure mediante perifrasi (participio perfetto del verbo + una voce del verbo esse).
La forma sintetica è propria del presente e dei tempi da esso derivati :
laudo = lodo laudor = sono lodato
ludabam = lodavo laudabar = ero lodato
laudare = lodare laudari = essere lodato
mentre nella perifrastica è propria del perfetto e dei tempi da esso derivati
laudavi = lodai laudatus sum
laudaveram = avevo lodato laudatus eram
laudvisse = aver lodato laudatum ess = essere stato lodato
nonché dall'infinito futuro (attivo e passivo )
scio nos laudaturos ess so che loderemo
scio nos laudatum iri so che saremo lodati
La Diatesi media detta anche deponente è propria di alcuni verbi che si coniugano solo al passivo ma indicano azione che il soggetto compie anziché subire : nel compierla però partecipa ad essa con un suo particolare motivo di interesse. Si pensi per esempio alla differenza che esiste in italiano fra leggo il giornale e mi leggo il giornale.
I verbi medi latini si rendono in italiano con le forme riflessive
vescor = mi nutro
utor = mi servo
o con forme semplicemente attive
sequor = seguo
hortor = esorto
Dalla diàtesi media è bene distinguerne una medio passiva propria di verbi transitivi aventi pertanto regolarmente diàtesi attiva e passiva
cingo = cingo
cingor = sono cinto
cingor = mi cingo (medio- passivo)
Il medio passivo si rende in italiano con forme riflessive
MODO
Indica il punto di vista da cui il parlante guarda e giudica il processo verbale
in latino ci sono modi finiti o infiniti cioè determinati o indeterminati
finiti indicativo
congiuntivo
modi imperativo
infiniti infinito
participio
gerundivo
gerundio
supino
La coniugazione del verbo latino è il risultato di una complessa vicenda storica che ha come punto di partenza al solito il remoto sistema indoeuropeo da quello il verbo latino si è non poco distaccato assai di più per esempio del verbo greco.
Di questa complessa evoluzione tuttavia renderemo conto solo qua e là a proposito dei fenomeni più significativi
L'ASPETTO VERBALE
Noi siamo abituati a collocare ogni avvenimento in una successione cronologica che rispetto al momento in cui si parla si segmenta in tre parti : passato, presente, futuro. Non sempre avveniva per l'uomo primitivo il quale aveva intuizione assai vaga e imprecisa per esempio del futuro: non per nulla il futuro latino non deriva direttamente dall'indoeuropeo ma da antichi congiuntivi ( dicam = io dirò - che io dica) o da perifrasi (ama-bo).
L'uomo primitivo aveva del tempo un'intuizione non astratta ma concreta ne coglieva la durata, la caratteristica di flusso continuo entro cui egli stesso si sentiva immerso. Un'azione pertanto non veniva sentita come posta in un prima o in un dopo ma come caratterizzata rispetto alla sua durata.
Aspetto del verbo è appunto la definizione del processo verbale (o azione) rispetto alla durata.
Rispetto alla durata un processo verbale può essere compiuto o incompiuto.
E' incompiuto (infectum) quando si mostra un'azione in via di svolgimento (vivit = sta vivendo ) è è compiuto (perfectum) quando si mostra l'azione come giunta al suo compimento (vixit = ha fatto l'azione di vivere, ha finito di vivere e quindi è morto si ricordi il famoso avvio manzoniano
Ei fu).
COME E' NATA LA CONIUGAZIONE
In origine di due aspetti di uno stesso processo verbale erano indicati da due diversi temi il tema dell'infectum (presente) e quello del perfectum (passato ) : un esempio significativo ci viene offerto dal verbo esse "essere" che ne presente ha il tema (e) s - ed al perfetto il tema fu-.
Ciascuno di questi temi disponeva almeno dell'indicativo in tre tempi indicanti ciscuno la contemporaneità, l'anteriorità e la posteriorità.
Con il passare del secoli il verbo latino a differenza di quello greco ha perso l'opposizione aspettuale dei due temi: il tema dell'infectum ha mantenuto il suo valore, mentre quello del perfectum ha perso ogni connotazione aspettuale e ne ha assunta una cronologica indicando così il passato, sia in senso assoluto ( in frase cioè subordinata rispetto al verbo della sovraordinata.
I due temi prima indipendenti l'uno dall'altro hanno così subito una graduale fusione (coniugatio ) da cui è nata la coniugazione verbale quale compare in età storica.
Nel verbo latino storicamente attestato si distinguono :
la funzione
diàtesi o forma
modo
tempo
persona
numero
FUNZIONE
Può essere transitiva o intransitiva come in italiano.
Anche in latino il verbo può avere funzione ora transitiva ora intransitiva, con differenza, naturalmente, di significato, che può emergere solo da un'attenta considerazione del testo e da una scrupolosa consultazione del vocabolario.
DIA'TESI O FORMA
Può esser attiva passiva o media (o deponente).
La diàtesi attiva e passiva corrispondono sostanzialmente all'italiano : in quella attiva il soggetto agisce in quella passiva il soggetto subisce il processo verbale
laudo = io lodo laudor = io vengo lodato
La diàtesi passiva è espressa in latino mediante un sistema di desinenza oppure mediante perifrasi (participio perfetto del verbo + una voce del verbo esse).
La forma sintetica è propria del presente e dei tempi da esso derivati :
laudo = lodo laudor = sono lodato
ludabam = lodavo laudabar = ero lodato
laudare = lodare laudari = essere lodato
mentre nella perifrastica è propria del perfetto e dei tempi da esso derivati
laudavi = lodai laudatus sum
laudaveram = avevo lodato laudatus eram
laudvisse = aver lodato laudatum ess = essere stato lodato
nonché dall'infinito futuro (attivo e passivo )
scio nos laudaturos ess so che loderemo
scio nos laudatum iri so che saremo lodati
La Diatesi media detta anche deponente è propria di alcuni verbi che si coniugano solo al passivo ma indicano azione che il soggetto compie anziché subire : nel compierla però partecipa ad essa con un suo particolare motivo di interesse. Si pensi per esempio alla differenza che esiste in italiano fra leggo il giornale e mi leggo il giornale.
I verbi medi latini si rendono in italiano con le forme riflessive
vescor = mi nutro
utor = mi servo
o con forme semplicemente attive
sequor = seguo
hortor = esorto
Dalla diàtesi media è bene distinguerne una medio passiva propria di verbi transitivi aventi pertanto regolarmente diàtesi attiva e passiva
cingo = cingo
cingor = sono cinto
cingor = mi cingo (medio- passivo)
Il medio passivo si rende in italiano con forme riflessive
MODO
Indica il punto di vista da cui il parlante guarda e giudica il processo verbale
in latino ci sono modi finiti o infiniti cioè determinati o indeterminati
finiti indicativo
congiuntivo
modi imperativo
infiniti infinito
participio
gerundivo
gerundio
supino
mercoledì 1 novembre 2017
latino - determinativi
latino - determinativi
Sono presentati da is e dai suoi composti idem ed ipse possono essere usati al solito in funzione di pronome o di aggettivo
is ea id colui colei ciò
caso singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile neutro
nom is ea id ii eae ea
gen eius eius eius eorum earum eorum
dat ei ei ei eis eis eis
acc eum eam id eos eas ea
abl eo ea eo eis eis eis
idem eadem idem il medesimo l'identico
caso singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile neutro
nom idem eadem idem iidem eaedem eadem
gen eiusdem eiusdem eiusdem eorundem earundem eorundem
dat eidem eidem eidem iisdem iisdem iisdem
acc eundem eandem idem iisdem iisdem iisdem
ipse ipsa ipsum lo stesso proprio quello
caso singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile plurale
nom ipse ipsa ipsum ipsi ipsae ipsa
gen ipsius ipsius ipsius ipsorum ipsarum ipsorum
dat ipsi ipsi ipsi ipsis ipsis ipsis
acc ipsum ipsam ipsum ipsos ipsas ipsa
abl ipso ipsa ipso ipsis ipsis ipsis
Osservazioni
is è anaforico serve a rinviare ad un altro termine del contesto (spesso ad un pronome relativo )
Is ed ille vengono generalmente tradotti in italiano con quello tuttavia la loro differenza non è lieve : is istituisce un rapporto fra due termini ille invece colloca il termine cui si riferisce in un preciso punto della realtà o del pensiero.
Is può significare anche "tale" " di tale natura" specialmente come antecedente di proposizione consecutiva
Iis verbis locutus est ut ominbus suaserit
parlò con parole tali che convinse tutti
il nesso et is (oppure isque) vale "e per di più"
idem serve a dichiarare un'identità tra due termini (medesimo identico stesso )
idem solo o con la congiunzione copulativa (et atque -qeu) ha lo stesso valore intensivo del nesso et is (isque)
Ipse può valere come pronome di 3° persona enfatico
ipse dixit l'ha detto lui
Spesso ipse appare in nessi con pronomi personali o riflessivi complementi se ipse in tali casi è concordato col soggetto esprime opposizione ad esso se è concordato con il pronome esprime opposizione al complemento
Sono presentati da is e dai suoi composti idem ed ipse possono essere usati al solito in funzione di pronome o di aggettivo
is ea id colui colei ciò
caso singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile neutro
nom is ea id ii eae ea
gen eius eius eius eorum earum eorum
dat ei ei ei eis eis eis
acc eum eam id eos eas ea
abl eo ea eo eis eis eis
idem eadem idem il medesimo l'identico
caso singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile neutro
nom idem eadem idem iidem eaedem eadem
gen eiusdem eiusdem eiusdem eorundem earundem eorundem
dat eidem eidem eidem iisdem iisdem iisdem
acc eundem eandem idem iisdem iisdem iisdem
ipse ipsa ipsum lo stesso proprio quello
caso singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile plurale
nom ipse ipsa ipsum ipsi ipsae ipsa
gen ipsius ipsius ipsius ipsorum ipsarum ipsorum
dat ipsi ipsi ipsi ipsis ipsis ipsis
acc ipsum ipsam ipsum ipsos ipsas ipsa
abl ipso ipsa ipso ipsis ipsis ipsis
Osservazioni
is è anaforico serve a rinviare ad un altro termine del contesto (spesso ad un pronome relativo )
Is ed ille vengono generalmente tradotti in italiano con quello tuttavia la loro differenza non è lieve : is istituisce un rapporto fra due termini ille invece colloca il termine cui si riferisce in un preciso punto della realtà o del pensiero.
Is può significare anche "tale" " di tale natura" specialmente come antecedente di proposizione consecutiva
Iis verbis locutus est ut ominbus suaserit
parlò con parole tali che convinse tutti
il nesso et is (oppure isque) vale "e per di più"
idem serve a dichiarare un'identità tra due termini (medesimo identico stesso )
idem solo o con la congiunzione copulativa (et atque -qeu) ha lo stesso valore intensivo del nesso et is (isque)
Ipse può valere come pronome di 3° persona enfatico
ipse dixit l'ha detto lui
Spesso ipse appare in nessi con pronomi personali o riflessivi complementi se ipse in tali casi è concordato col soggetto esprime opposizione ad esso se è concordato con il pronome esprime opposizione al complemento
martedì 24 ottobre 2017
latino - dimostrativi
latino - dimostrativi
Possono essere usati in funzione di pronome o di aggettivo a seconda sostituiscano il nome o lo accompagnino determinandolo : indicano persone o cose e possono essere <
di 1° persona ( vicino a chi parla) hic questo
di 2° persona (vicino a chi ascolta) iste codesto
di 3° persona (lontano da entrambi ) ille quello
hic haec hoc
caso singolare plurale
masch femm neutro masch femm neutro
nom hic haec hoc hi hae haec
gen huius huius huius horum harum horum
dat huic huic huic hos has haec
acc hunc hanc hoc his his his
abl hoc hac hoc his his his
histe ista istud
caso singolare plurale
masch femm neutro masch femm neutro
nom iste ista istud isti istae ista
gen istius istius istius istorum istarum istorum
dat isti isti isti istis istis istis
acc istum istam istud istos istas ista
abl isto ista isto istis istis istis
ille ella illud
caso singolare plurale
masch femm neutro masch femm neutro
nom illa illae illud illi illae illa
gen illius illius illius illorum illarum illorum
dat illi illam illud illos illas illa
abl illo illa illo illis illis illis
Come avviene con tutti gli aggettivi nei casi diretti in neutro può tradursi in italiano con l'aggettivo unito al sostantivo cosa
hoc ciò questa cosa
istud codesto codesta cosa
illud quello quella cosa
haec queste cose
ista codeste cose
illa quelle cose
Nei casi diretti per lo più anche in latino compare il sostantivo res his rebus per queste cose illarum rerum di quelle cose ecc,
Non mancano tuttavia casi in cui il neutro è usato in funzione sostantivata anche al genitivo dativo o ablativo
hic ille si usano in opposizione fra loro per riferirsi a due concetti nominati in precedenza
hic di solico fa riferimento al più vicino e ille al più lontano (talora tuttavia il rapporto può invertirsi )
hic iste possono avere sfumature spregiative mentre ille assume spesso valore enfatico (posposto)
vos his testimoniis credatis ?
e voi potreste credere a tali testimoni
Illud determinato da un genitivo o da un aggettivo tratto da nome proprio può significare il detto la frase e simili
vetus illud Catonis
Il vecchio detto Catone
Ille spesso ha il valore dell'articolo determinato italiano
Scaevola ille augur
scevola l'augure
Possono essere usati in funzione di pronome o di aggettivo a seconda sostituiscano il nome o lo accompagnino determinandolo : indicano persone o cose e possono essere <
di 1° persona ( vicino a chi parla) hic questo
di 2° persona (vicino a chi ascolta) iste codesto
di 3° persona (lontano da entrambi ) ille quello
hic haec hoc
caso singolare plurale
masch femm neutro masch femm neutro
nom hic haec hoc hi hae haec
gen huius huius huius horum harum horum
dat huic huic huic hos has haec
acc hunc hanc hoc his his his
abl hoc hac hoc his his his
histe ista istud
caso singolare plurale
masch femm neutro masch femm neutro
nom iste ista istud isti istae ista
gen istius istius istius istorum istarum istorum
dat isti isti isti istis istis istis
acc istum istam istud istos istas ista
abl isto ista isto istis istis istis
ille ella illud
caso singolare plurale
masch femm neutro masch femm neutro
nom illa illae illud illi illae illa
gen illius illius illius illorum illarum illorum
dat illi illam illud illos illas illa
abl illo illa illo illis illis illis
Come avviene con tutti gli aggettivi nei casi diretti in neutro può tradursi in italiano con l'aggettivo unito al sostantivo cosa
hoc ciò questa cosa
istud codesto codesta cosa
illud quello quella cosa
haec queste cose
ista codeste cose
illa quelle cose
Nei casi diretti per lo più anche in latino compare il sostantivo res his rebus per queste cose illarum rerum di quelle cose ecc,
Non mancano tuttavia casi in cui il neutro è usato in funzione sostantivata anche al genitivo dativo o ablativo
hic ille si usano in opposizione fra loro per riferirsi a due concetti nominati in precedenza
hic di solico fa riferimento al più vicino e ille al più lontano (talora tuttavia il rapporto può invertirsi )
hic iste possono avere sfumature spregiative mentre ille assume spesso valore enfatico (posposto)
vos his testimoniis credatis ?
e voi potreste credere a tali testimoni
Illud determinato da un genitivo o da un aggettivo tratto da nome proprio può significare il detto la frase e simili
vetus illud Catonis
Il vecchio detto Catone
Ille spesso ha il valore dell'articolo determinato italiano
Scaevola ille augur
scevola l'augure
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